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Nel crogiolo....

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di tutto un po', secondo la mia modesta opinione, naturalmente


"Populismo" un comodo epiteto squalificante

Pubblicato da mcc43 su 14 Dicembre 2013, 15:57pm

Tags: #Forconi, #populismo, #Massimo Fini

Massimo Fini, giornalista e scrittore “dissidente”, IntelligoNews ha chiesto di commentare la piazza dei Forconi. E’ o non è populista? La sua è un’analisi lucida, spietata quanto sincera: «Mi sembra una di quelle espressioni usate quando si vuole squalificare qualcosa»… Ma Fini fa un salto di qualità e avverte: «L’atteggiamento dei poliziotti che hanno fraternizzato con i manifestanti è interessante. Tutti i regimi cadono quando esercito e polizia smettono di difendere il potere considerato legittimo solo fino allora…».

La piazza dei Forconi è populista. Ne sono convinti premier e vicepremier, Letta e Alfano. Cosa ne pensa?

«Nella mia vita non ho mai capito che cosa voglia dire populismo. Mi sembra una di quelle espressioni usate quando si vuole squalificare qualcosa, ma senza ben specificare cosa voglia dire questo termine. Quando non si hanno altri argomenti».

Se non è populista, che piazza è?

«L’interessante del movimento dei Forconi è che non ha cappello, né di partiti né di sindacati e che raccoglie, diciamo, la disprezzatissima gente comune. Cioè camionisti, agricoltori, lavoratori autonomi, anche commercianti, baristi.., tutta gente che non ha diritto di parola e che la può esprimere solo nel truffaldino rito elettorale».

Da quali disagi sono spinti i Forconi?

«La spontaneità del movimento è ciò che colpisce, e che evidentemente deriva da un disagio profondo che non è solo economico, ma come ha riportato un’analisi del Censis di qualche mese è il disagio di un’Italia triste, sciapa, dove si sono persi tutti i valori morali».

La piazza dei Forconi spiazza, insomma. Cioè non è rappresentata dai professionisti della politica né di sinistra, nè di destra. E’ così?

«Alcuni temi di questo momento sono temi grillini, ma i diretti interessati vogliono essere autonomi. C’è una ragione di fondo, poi. Le categorie di destra e sinistra nate con l’’illuminismo sono vecchie di due secoli e mezzo, non son grado di rappresentare e comprendere le esigenze dell’uomo contemporaneo. Destra e sinistra fanno riferimento all’economia, ma oggi la questione in campo è soprattutto esistenziale».

Quindi non crede al fatto che sia una piazza di destra?

«Questa è una vecchia storia. Quando si vuole squalificare qualcosa si dice che è di destra, oppure come ha fatto Letta l’altro giorno, si dà del fascista a qualcuno, tipo ai grillini. L’insulto non è un argomento».

Parliamo del golpe di Pinochet che cominciò con i camioneros. Trova delle somiglianze con quello che sta accadendo in Italia?P

«Con la vicenda Pinochet i Forconi non hanno nulla a che vedere. Quello fu un golpe organizzato dall’alto dagli americani, con Kissinger alle spalle, e siamo lontanissimi da una vicenda come questa che è spontanea. I camionisti lì furono strumentalizzati da Pinochet che era strumentalizzato dagli americani». continua a leggere in Arianna Editrice

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