Fulvio Beltrami da Kigali, 25 Feb 2014 Kigali - Il traffico illegale dell'oro in Congo è stimato sui 400 milioni di dollari annui mentre 1,36 miliardi di dollari (pari al budget annuale di educazione e sanità) sono stati regalati alle multinazionali straniere grazie ad una intenzionale sottostima dei giacimenti auriferi delle miniere privatizzate dal Governo di Kinshasa.
Questa è la situazione descritta nel recente rapporto delle Nazioni Unite sul traffico illegale di oro e minerali rari dal Congo. Il 68% del traffico illegale passa attraverso l’Uganda (271 milioni di dollari). Altri Paesi coinvolti sono Angola, Burundi, Kenya, Rwanda, Sudafrica, Tanzania, Zimbabwe. Per la lavorazione: Dubai, India e Israele e i mercati finali sono Europa e Medio Oriente.
In Uganda si è formato un vero e proprio cartello mafioso tra generali dell’esercito e trafficanti israeliani, turchi, sudafricani e russi che privano allo Stato 2,7 milioni di entrate fiscali. Il cartello è nato dal saccheggio attuato da vari generali del UPDF (esercito ugandese) durante gli anni di occupazione del Nord Kivu (Seconda Guerra Pan Africana del Congo 1998 – 2004). Il cartello si basa su una mutua collaborazione che rende difficile l’entrata di nuovi attori. [...]
Paradossalmente il traffico d’oro contribuisce al finanziamento del gruppo terroristico ruandese FDLR, uno tra i principali nemici dell’Uganda che attualmente si sta preparando con il supporto della Francia e la complicità tacita dei caschi blu della MONUSCO ad invadere il Rwanda per rovesciare con la forza l’attuale governo e finire il “lavoro”, rimasto in sospeso dal 1994. Almeno il 48% dell’oro illegale che giunge in Uganda proviene dalle miniere di Kasugho controllate dalle FDLR -
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