Poiché sono le donne musulmane che oggi portano il velo, viene dato per scontato che velare le donne sia una prescrizione tipica dell'Islam. Una convinzione recente, visto che in tempi precedenti all'immigrazione nel nostro immaginario la donna velata per eccellenza era la Madonna e, a sua imitazione, le suore.
E' invece un costume molto antico, almeno del 1400 a.C., che l'Islam ha in certo qual modo istituzionalizzato, nell'ambito del significato originario. Il velo anticamente segnalava che la donna aveva un alto rango, era una "signora" e le si doveva del rispetto. Alle schiave e alle donne di bassa condizione era severamente proibito indossarlo; quelle che avessero osato violare l'ordine e coprirsi col velo sarebbero state severamente punite.
Velo femminile come segno di valore, che ora viene considerato servitù.
In realtà per le donne islamiche non è prescritto come regola: portare o meno il velo è una scelta personale, che vien fatta con la motivazione di compiacere il Signore. In alcuni versi del Corano, infatti, il velo è citato, ma per dire ... di farlo scendere sul petto. In altre parole la prescrizione è quella di non mostrarsi in pubblico a seno nudo, non di coprirsi la chioma. Certo vi sono padri e fratelli o mariti che lo vogliono imporre, e questo somiglia più a un problema maschile, travestito da concetto religioso. Certo gli jihadisti che occupano una città impongono il velo alle donne... non è già questo un indizio che musulmani questi terroristi non sono?
Dopo l'11 settembre, e la criminalizzazione dell'Islam "Non tutti i terroristi sono musulmani, ma tutti i terroristi sono musulmani", che costringeva a giustificarsi pur non avendo commesso nessun crimine, nei paesi arabi molte donne hanno iniziato a indossarlo come reazione: per rivendicare orgogliosamente il proprio essere musulmane.
La tradizione del velo per la donna cresciuta nella cultura dei paesi a maggioranza islamica , è anche uno strumento politico: iniziare a indossarlo, come si è visto prima, ma anche toglierlo in segno di profondo dolore e di protesta contro delle ingiustizie subite. Questo risale al periodo appena seguente la morte del Profeta Muhammad. Le ovvie rivalità per la successione causarono ai suoi famigliari persecuzioni e ingiustizie.
Fatima, l'amata figlia del Profeta, aveva minacciato di gettare via il velo, se costretta a prestare giuramento all'usurpatore della carica spettante al marito Alì. Più di venti anni dopo, la figlia Zeynab, sconfitta e in lutto per l'assassinio del fratello Hassan e il martirio del più giovane Hussein nella battaglia di Kerbala, si presenterà senza velo e con i capelli sciolti davanti al terribile signore di Damasco che aveva troncato nel sange e per sempre le aspirazioni della famiglia.
Il significato di profonda umiliazione connesso allo svelamento non è andato perduto. Nel video a questo link si vede la veemente protesta di una donna Sciita, una madre che esprime la rabbia verso la leadership irachena, che si occupa delle proprie lotte politiche mentre 1.700 giovani sono stati assassinati dall'ISIS. Prima lancia verso gli uomini politici i sottoveli ed infine si toglie il Chador.
Pensando alle donne che per protesta si denudano il petto, come le Femen, ci si chiede come possa essere autentica protesta uno sfoggio di seduzione...