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Nel crogiolo....

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di tutto un po', secondo la mia modesta opinione, naturalmente


Giornalisti che non ammettono critiche

Pubblicato da mcc43 su 10 Gennaio 2021, 13:42pm

Giornalisti che non ammettono critiche

Il 2020, con la gestione del coronavirus e le elezioni negli Stati Uniti, ha inflitto una pesante mazzata alla libertà di dubitare e al  diritto di criticare. La pluralità di voci viene repressa, i giornalisti che contestano versioni correnti dei fatti equiparati a una minaccia.  La lotta al dissenso è globale  e si infiltra nel nostro paese fin dentro il mondo dell'informazione.

L'emittente Radio Radicale, che ha per motto "conoscere per deliberare" e Beppe Giulietti, ex parlamentare oggi presidente del sindacato dei giornalisti, fanno quadrato intorno a Mariano Giustino che dalla Turchia invia quotidiane corrispondenze. Sono corrispondenze obiettive che raffigurano la realtà? La risposta può venire solamente confrontandole con le versioni di altri giornalisti.
Come si configura, pertanto, la loro iniziativa censoria e la "denuncia" di un altro corrispondente che contesta versioni dei fatti che i suddetti vogliono inoppugnabili? 

Citiamo dall'articolo - link al testo -  in cui Giustino  sostiene di sentirsi "messo in cattiva luce" perché le sue corrispondenze vengono definite "faziose e scorrette riguardo l'operato del governo di Erdogan e dell'AKP".  In pratica respinge il diritto di critica e adduce personali reazioni emotive. Ciò lo esporrebbe "a possibili rappresaglie da parte di frange politiche tristemente note per la loro violenza [...] in un paese in cui vige una legge antiterrorismo che ha un’applicazione molto estensiva". Si potrebbe intravedere un eccesso di importanza conferita alle proprie  corrispondenze, in contrasto con la logica. Lo stato turco che Giustino descrive come inflessibilmente repressivo non avrebbe necessità di compulsare i contenuti social per individuare quei corrispondenti stranieri avversi al partito al governo. Mariano Giustino invia le sue corrispondenze a Radio Radicale fin dal 2011!

Tesi e toni danno alla vicenda una pochezza che diventa inquietante per lo scivolamento nelle insinuazioni calunniose.  Giulietti, infatti,  dichiara di aver chiesto alle "autorità di garanzia e vigilanza" di individuare il giornalista che "in Turchia segnala a Erdogan i nomi dei cronisti italiani che danno voce anche alle critiche."
Non è chiaro a me quale sia l'autorità di vigilanza e garanzia che spesso trovo chiamata in causa senza giungere ad una sigla, a un organigramma che dia sostanza alla locuzione; ma se tale autorità vigilante sulla stampa funziona si occuperà presumibilmente di pubbliche insinuazioni diffamatorie, non della personale sensazione di esser messi "in cattiva luce". 

Possiamo immaginare cosa direbbe il giornalista che si cerca di censurare? Proviamo.

Quel che non va nelle corrispondenze di Giustino è la presentazione in chiave acritica e del tutto favorevole di organizzazioni eversive e terroristiche, mentre ancora ieri un soldato è stato ucciso in un attentato terroristico di cui nessuno in Italia saprà mai niente. nota*1)
E' così assurdo chiedere ai giornalisti di lavorare con imparzialità e di basarsi sui fatti, su tutti i fatti? il vero pericolo è il clima di ostilità che in Europa - soprattutto in Italia - si sta costruendo contro la Turchia. A chi giova?
Se in uno stato esiste una legislazione anti-terrorismo perché vi sono attivi gruppi di natura terroristica, i giornalisti - anche stranieri - non sono tenuti a rispettarla?

E poi: l' "autorità di garanzia e vigilanza" che cos'è di preciso? di cosa si occupa? Non sarà una forma di nuova inquisizione da utilizzare contro chi si azzarda a muovere critiche, ancorché circostanziate? La libertà di stampa e di opinione, in sostanza, vale solo per quelli del giro stabilito a priori come giusto? Non vale per tutti?
Come è possibile che i Radicali, paladini di tutte le libertà e di tutti i diritti per sé, invochino "indagini" nei confronti di chi non la pensa come loro?

L'ultima domanda resta sospesa ... come è possibile inalberare il principio del "conoscere per deliberare" e poi concretamente voler silenziare legittime voci critiche? E' la rinuncia a differenziarsi dal mainstream e, in conseguenza, abdicare al ruolo promesso.

nota*1) Nella sua campagna terroristica di oltre 30 anni contro la Turchia, il PKK - elencato come organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e UE - è stato responsabile della morte di 40.000 persone, comprese donne, bambini e neonati. L'YPG è il ramo siriano del PKK.

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