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Nel crogiolo....

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di tutto un po', secondo la mia modesta opinione, naturalmente


Abu Mazen e l'imbarazzato silenzio degli opposti "warmongers"

Pubblicato da mcc43 su 1 Dicembre 2012, 21:19pm

Tags: #Palestina, #Abu Mazen, #ONU, #warmonger, #unbid

New York, 29 nov. (Adnkronos/Aki) -
"Abbiamo subito forti pressioni, contro cui non resisterebbero neanche le montagne, con l'intento di dissuaderci" dal chiedere l'ingresso nell'Onu come 'Stato non membro osservatore'. Lo ha detto il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese Mahmoud Abbas, in una dichiarazione riportata dall'agenzia di stampa palestinese 'Maan' a poche ore dall'inizio del voto all'Assemblea generale dell'Onu.
Abbas ha ribadito che "il mondo intero e' testimone del fatto che i palestinesi hanno creato una nazione sotto l'occupazione", sottolineando come "le generazioni future palestinesi abbiano il diritto di godere della sovranita' su quello che e' rimasto del territorio della Palestina".

Nei giorni precedenti il voto all'Assemblea Onu su Abbas si è letto di tutto. Galvanizzati dalla fine del conflitto Israele-Gaza avvertita come una vittoria -anzichè un'imposizione degli Usa alle parti,precisamente in vista della fissata votazione sulla richiesta di riconoscimento come stato osservatore - alcuni hanno rispolverato i luoghi comuni.


Ugo Tramballi dalll'Istituto per gli studi di Politica Internazionle (!) lo aveva definito, celebrando la vittoria di Gaza, "l'irrilevante pacifico Abu Mazen".

Steve Lendman dal suo dilagante blog (la cui propaganda nel conflitto libico servì in pratica più alla Nato che agli aggrediti) "collaboratore del nemico" .

Si è rispolverata la frase di un' intervista alla tv israeliana dandole il significato di una rinuncia formale a rivendicare il "diritto al ritorno" dei profughi Palestinesi.

Ma quando la standing ovation dell'Assemblea Onu e il voto favorevole di 138 paesi hanno dimostrato che la strada difficile da Abbas percorsa è quella che ha messo - finalmente - in minoranza il blocco di ferro Usa-Israele, si sono zittiti.

C'è una sospensione, un'attesa di come reagirà in pratica Israele prima di prendere nuovamente posizione.

E' inquietante pensare a quanto ono stati reiterati nei s.m. i successi di Hamas nel conflitto, sebbene di duraturo e definitivo lascino dietro di sè solo lutti subiti e arrecati, mentre la svolta impressa dal voto Onu "rimbomba" di silenzio.

Troppa passione pro-Gaza nasconde animosità personali che non trovano sfogo nella propria vita? Sentimenti di razzismo accuratamente nascosti sotto l'etichetta "anti-sionismo"?

Quanti vogliono davvero e concretamente che i Palestinesi finalmente abbiano pace, se questo significherà non aver più le malefatte di Israele contro cui inveire?

Ad Abbas è stata necessaria la resistenza della montagna, ma quelli che colgono la tragedia complessiva dei due popoli, anche di quelle componenti che esternano o praticano le posizioni più ributtanti, molta forza debbono averla anch'essi. Nessuno, oggi, è più malvisto e fatto oggetto di diffidenza di quelli che non tifano per uno o per l'altro, che non invocano vendette e non si barricano dietro le tragedie storiche che hanno colpito gli uni o gli altri.

"O questo O quello" è più facile e brutale di "E questo E quello" e malauguratamente il facile dilaga e il difficile cammina piano e a fatica. Però non si deve stancare, non si deve fermare.

Abu Mazen e l'imbarazzato silenzio degli opposti "warmongers"
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