Non più inni al Dio Po nè giaculatorie Roma ladrona, la Lega espugna il Pirellone con due promesse: ripescare i tre quarti del gettito fiscale dei lombardi e una macroregione del Nord.
Soldi e autonomia . In secondo piano quell'esigenza di "pulizia della politica" che sembrava un dato caratterizzante di questa tornata elettorale. Formigoni ha chiuso il suo mandato in un vortice di scandali, Roberto Maroni è il volto lavato di una Lega Nord sporcata dalle clamorose ruberie dei soldi del partito.
Mentre Milano è governata da una giunta di centro-sinistra , eletta nel 2011, la regione nel suo insieme abbraccia la destra nella forma leghista, logorata e a orecchie basse.
Un successo dell'uomo Maroni che ha fatto apparire possibile la collaborazione fra i leghisti e due forze rappresentate da personaggi che la base del suo partito detesta cordialmente: Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni. Una coalizione di appetiti, alla prova della distribuzione delle poltrone, o delle "forchette".
L'incoerenza Milano/Regione potrà riproporsi come Lombardia/Governo nazionale?
Sono 49 i senatori lombardi, di cui 16 del PDL (Silvio Berlusconi, Roberto Formigoni, Sandro Bondi, Paolo Bonaiuti, Mario Mantovani, Paolo Romani, Giacomo Caliendo, Paolo Galimberti, Andrea Mandelli, Alfredo Messina, Salvatore Sciascia, Francesco Colucci, Antonio Giuseppe Maria Verro, Riccardo Conti, Giancarlo Serafini, Lucio Barani.) e 17 della Lega Nord ( Roberto Calderoli, Giulio Tremonti, Massimo Garavaglia, Giacomo Stucchi, Silvana Comaroli, Paolo Arrigoni, Gian Marco Centinaio, Raffaele Volpi, Stefano Candiani, Jonny Crosio, Nunziante Consiglio).
Può a Roma il PD guardare verso M5S e [posto che i grillini sconfessino fulmineamente se stessi, accordarsi , entrare nel Governo] per formare un Governo ignorando il messaggio della locomotiva nazionale che è la Lombardia?
Formigoni resta presidente di Expo 2015 con Maroni alla Regione. Milano da mangiare. #exporcheria2015
— Vittorio Zucconi (@vittoriozucconi) 27 febbraio 2013