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Nel crogiolo....

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di tutto un po', secondo la mia modesta opinione, naturalmente


La rete e la caccia all'ingenuo (inconsapevole)

Pubblicato da mcc43 su 6 Marzo 2013, 19:21pm

Tags: #social media, #twitter, #M5S

da Morozov e la "retorica web

 

lIlpolitologo bielorusso, autore del best-seller "L'ingenuità della Rete", analizza l'ascesa del movimento di Grillo. "Il problema della politica non sono i costi della comunicazione, c'è ancora bisogno di leader e di messaggi universali". Internet? "Un trucco per legittimare un movimento di dilettanti"

ma è interessante anche ciò che dice su Twitter

 

Ci sono tutta una serie di miti su come funzionano le piattaforme online. Progetti come Wikipedia, Google e Facebook ci hanno insegnato - e anche condizionato - a pensare che funzionano in modo oggettivo, neutrale e del tutto evidente. Ovviamente non è vero: nel caso di un progetto come Wikipedia, sono molte poche le persone - tra loro c'è il suo fondatore Jimmy Wales - che capiscono come funziona davvero. Nessuno conosce tutte le regole che innescano il meccanismo Wikipedia: ce ne sono troppe. Lo stesso per Google: non sappiamo come funzionano i suoi algoritmi e loro hanno resistito a ogni sforzo di renderli esaminabili. Ed ecco cosa accade: abbiamo una serie di caratteristiche di progetti che pensiamo rappresentino "la Rete" e poi trasferiamo queste caratteristiche dentro la Rete stessa in modo che qualsiasi progetto scaturisca dalla Rete ci sembra avere le stesse caratteristiche. Non mi sorprende che il 5Stelle affermi di essere totalmente orizzontale, trasparente e basato sulla Rete nel momento in cui applica alcune di queste caratteristiche. E' così che funziona la cultura di Internet: conoscono il suo linguaggio e i suoi trucchi retorici. Un altro esempio?

Twitter. Tutti pensano che sia una piattaforma che permette a chiunque, dalla sua camera da letto, di essere altrettanto influente di un commentatore di grido a proposito del futuro della Rete. Ma anche questo è un mito: la maggior parte dei commentatori della Rete che si dicono ottimisti sul suo futuro compaiono nelle liste di "chi va seguito" - compilate dalla stessa azienda Twitter e che gli permettono di acquisire molti più follower di tutti noi. Per esempio, le persone con cui io ho i miei scontri intellettuali - come Clay Shirky o Jeff Jarvis - hanno molti più follower di me ma non perché sono più divertenti (non lo sono!), ma perché l'azienda Twitter amplifica deliberatamente il loro messaggio. Dunque cosa c'è di così democratico e orizzontale nell'ecosistema dei nuovi media? 

"Secondo me molte delle piattaforme online usate per l'impegno politico funzionano più o meno come scatole nere che nessuno può aprire e scrutare. La gente ha l'illusione di partecipare al processo politico senza avere mai la piena certezza che le proprie azioni contano. Non è esattamente un buon modello per la ridefinizione della politica".

La "bocca" e la "mente"

La "bocca" e la "mente"

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E' chiaro che la rete non sia tanto libera come la si ritiene comunemente. Ed è altrettanto chiaro che vi siano "spinte" più o meno interessate verso questo o quel soggetto, deputato all'uopo al web-influencing. Quindi se è un prodotto o un'impresa, ciò per il trade-marketing, è ovvio. Per la politica in senso lato? Meno ovvio. Il dubbio è: ma le persone si rendono conto che creando dinamiche di rete, non fanno altro che aggiungere milioni di stringhe di informazioni nelle mani di pochissima gente? Cioè, esistono piattaforme inidentificabili - ovvero IP criptati - dove invece non vengono raccolti e/o archiviati dati; ma è altrettanto vero che la maggior parte di noi si muove su piattaforme in chiaro, tipo google o sui social tipo fb o twitter. Costoro gestiscono uno o più strumenti - sempre più selettivi e analitici - al fine di creare un "ambiente" sempre più chiuso, sebbene in apparenza venga venduto esattamente come il contrario. Quindi, cara Maktub, hai colto nel segno evidenziando quanto ha scritto Morozov: non è un buon modello per la ri-definizione della politica. Piuttosto ne è l'esatto contrario. Lascio questo generoso spazio di libero pensiero, con un esempio: io non aderirei mai al progetto di Cloud, perchè 1) non avrei il pieno possesso dei dati personali, lasciandoli sospesi in una nuvola-server; 2) non so chi può controllare e leggere quanto io archivio, sebbene esista un protocollo privacy e benchè già accada normalmente; 3) nessuno mi assicura che non vi possano essere indagini sul mio pensiero - non azione - analizzando le keywords contenute in alcuni files (non perchè debba "pensare" atti criminosi, ma scrivendo una fiction, magari uno si fa una strana idea, no?); 4) purtroppo, a parte le sovrastrutture che mi demonizzano, non posso dimenticare dell'esistenza di Echelon...!, etc, etc Un caro saluto e grazie come sempre dell'ospitalità. A presto...
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