Imbarcare un nome famoso dello sport è il sogno di tutte le liste a caccia di voti facili.
Non è difficile trovarne disposti a correre per un posto in Parlamento, del resto perchè calciatori, nuotatori, spadaccini ecc. dovrebbero sentirsi categorie meno preparate, per esempio degli igienisti dentali o delle pornostar...
C'è l'imbarcata condivisa da giornalisti e magistrati purchè il loro nome sia comparso spesso nei media, ma c'è anche un altro modo.
Quello di candidarsi perchè già si è dimostrato di possedere idee, senso sociale, conoscenza dei problemi e spirito d'iniziativa. Allora sì che la fama è una benedizione e non una manipolazione dell'elettorato. L'esempio più calzante viene dal Pakistan
Non è detto che il partito guidato da IMRAN KHAN, il Movimento per la Giustizia, vinca le elezioni. L’ex capitano della nazionale di cricket pakistana negli Anni Settanta, Ottanta e primi Novanta è di gran lunga il politico più popolare del Paese, nei sondaggi raccoglie il 70 per cento dei favori. La sua campagna contro la corruzione e l’uso «illegittimo» di droni nelle aree povere del Pakistan da parte degli americani raccoglie consensi. L’ospedale che ha fondato, di standard internazionale e gratuito nel 75 per cento dei casi, dimostra che il popolo gli sta a cuore.
Oltre a questo attivismo sociale Khan ha - già - dimostrato indipendenza di giudizio e coraggio di affrontare a muso duro gli Stati Uniti per lo spietato uso dei droni con i quali, dietro la motivazione di colpire gli jihadisti, provocano vittime innocenti in Pakistan.
Non precisamente semplici dichiarazioni di facciata che hanno irritato Washington. Durante un viaggio dell'autunno scorso verso gli USA è stato prelevato allo scalo di Toronto da funzionari dell'immigrazione dergli Stati Uniti, trattenuto e interrogato sulle sue dichiarazioni pubbliche sull'argomento prima di ottenere il visto d'ingresso.
Anche Cassius Clay usò la sua notorietà per fare azione politica dichirandosi obiettore di coscienza quando venne chiamato alle armi per la guerra del Vietnam. Gli costò una condanna a cinque anni di reclusione.
Ci sono medaglie e titoli che legittimano ad entrare in politica come campioni. Altre, invece, sono un punto interrogativo su una carriera sportiva che si chiude ed una che si apre in politica. Altre ancora sono una presa in giro, una furbata che squalifica la lista che li imbarca.